creativi e autoproduzione
UN PERCORSO POSSIBILE?
Sono poche o inesistenti le nozioni di economia, gestione aziendale, comunicazione nei piani formativi di ingegneri, architetti, designer e di chi viene da indirizzi di tipo creativo, condizione che sta minando la possibilità di far diventare il tessuto delle piccole imprese una vera economia generata da aziende di successo. Pure nel nascente mondo dell’autoproduzione e dei designer autoproduttori, la tematica della gestione virtuosa di un’azienda è poco presente, anche se a Salerno c’è un professore di fisica che sta provando ad introdurre, tra coloro che si occupano di lavori creativi, dei modelli di riferimento da cui provare a ripartire.
Sergio Pagano, salernitano classe 1959 si è laureato in fisica a Salerno nel 1984, dottorato in fisica nel 1987 al Technical University of Denmark, Danimarca. Dal 1987 al 2005 è stato ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) presso l’Istituto di Cibernetica in Pozzuoli (NA) e dal 2005 ad oggi è professore associato in fisica sperimentale presso l’Universitá degli studi di Salerno e attualmente è direttore delegato dell’unitá operativa di supporto di Salerno dell’istituto SPIN del CNR.
Si proprio un fisico, e non è un caso… infatti, il padre del modello Toyota, che ha fatto scuola in tutto il mondo e che ha dato vita al sistema del controllo di qualità, è il fisico Edward Deming. Anche la teoria dei vincoli che si propone di gestire la complessità è stata sviluppata dal fisico israeliano Eliyahu Goldratt.
Abbiamo chiesto a Pagano quale è l’innovazione di questa metodologia: “Il contributo principale che c’è stato con questo insieme di modelli è l’idea del vincolo cognitivo. Ovvero, ciò che limita veramente la capacità di realizzare innovazione non è tanto un problema pratico, una macchina, una linea di produzione ma un vincolo mentale, un modo sbagliato di fare che impedisce la realizzazione e l’ottimizzazione di certi risultati.”
Il vincolo cognitivo può essere, effettivamente, un elemento su cui indagare per per migliorare le performance di un brand, e abbiamo chiesto al professore perché pensa che questa metodologia possa riscuotere successo anche su piccole aziende di autoproduzione: “recentemente ho avuto contatti con designer e creativi in generale, che hanno maturato la scelta di intraprendere la strada dell’autoproduzione per vendere direttamente gli oggetti creati. In questa occasione ho visto la difficoltà notevole che affronta chi, per formazione e cultura è un creativo ma non ha le competenze e la forma mentis adeguata per diventare un imprenditore di successo. Io ritengo che i modelli sviluppati per la teoria dei vincoli possono essere calati nella realtà degli autoproduttori per aiutarli concretamente per gestire una fase difficile da una fase di creatività pura a quella di un imprenditore di successo.”