DESIGN ARTIGIANALE

creativi e autoproduzione

ottobre 1st, 2014
CREATIVITÀ E TERRITORIO

IL CONTRIBUTO DI SALVATORE DI VILIO

È dai nostri territori, dalla nostra cultura, dal nostro saper fare che possono venire delle ipotesi credibili per il nostro futuro. Per farlo bisogna crederci e investire per non dimenticare, disperdere, depauperare un patrimonio immenso, del quale sicuramente non riusciamo a immaginare il vero valore. I designer creativi che vogliono autoprodurre le proprie idee connotandole con il made in Italy potrebbero partire da qui.

Per capire come affrontare questa sfida ne abbiamo parlato con il presidente della CNA di Caserta che del territorio, delle lavorazioni e in particolare di quelle della canapa ne sta facendo un vero e proprio manifesto.
Salvatore Di Vilio di Succivo (CE), fotografo di professione, ha fatto studi di architettura e ha alle spalle innumerevoli personali e collettive di fotografia che spaziano dall’architettura alla storia, dall’ambiente all’ecologia. Grazie proprio alla canapa, nell’ambito di in un convegno ad essa dedicato in Sant’Arpino in provincia di Caserta, ha incontrato il prof. Marcello Sestito, che insegna composizione architettonica a Reggio Calabria. Sestito, l’ha coinvolto assieme ad altri fotografi per raccontare con la fotografia il ritorno dei bronzi di Riace in un importante progetto che si chiama “Nostos”.
Al presidente abbiamo chiesto come far incontrare i creativi con il territorio per un rilancio dell’economia: “voglio citare l’espressione il pero e il computer di Franco Arminio, un carissimo amico, scrittore e poeta, con la quale vuole sottolineare la necessità della riappropriazione dei luoghi, dei paesi che sembrano isolati e abbandonati. E’ un occasione per rilanciare attraverso il computer una creatività sul posto e attraverso le nuove tecnologie interfacciarsi subito con le grandi metropoli, con i centri decisionali e con quei luoghi dove le idee possono essere realizzate sia a carattere locale sia in scala semi industriale che in scala artigianale”.

Angelo Soldani

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