DESIGN ARTIGIANALE

creativi e autoproduzione

di Marcello Napoli –

UNA TOPOGRAFIA DELL’ANIMA E DEI LUOGHI: LA GUIDA DEL CILENTO E VALLO DI DIANO, NON SOLO FOTOGRAFICA, DI ROBERTO PELLECCHIA

Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché. I loro desideri hanno le forme delle nuvole.” Le parole di Baudelaire sono la Stella Polare della passione per l’esplorazione e la fotografia di Roberto Pellecchia, di professione medico.

Se Chatwin aveva il suo moleskine, Pellecchia ha il suo telemetro interiore che scruta e fissa la bellezza in ogni dove. Il dottore -esploratore è l’autore della guida “Le 100 meraviglie del Cilento e del Vallo di Diano”. Trecento pagine e 450 fotografie a colori; storia, paesaggio, gastronomia, musei, escursioni e quant’altro. Basterebbe sfogliarla per riflettere su quale giacimento di petrolio azzurro e verde, antico e sublime ci troviamo.
Cominciamo dalla fine del volume: gli appuntamenti spettacolari e storici. Mojoca a Moio della Civitella; A’ chiena a Campagna; Il Palio del ciuccio a Cuccaro Vetere; La tavola della principessa Costanza a Teggiano; La sagra del fagiolo a Controne; Il festival dei suoni antichi a Velia. L’aspetto informativo, non è mai disgiunto in questa guida, non solo appassionata, a quello etnografico, folklorico, storico. Oltre cento itinerari, paesi, borghi e curiosità o immagini che resuscitano l’ardore, la meraviglia dei viaggiatori incantati del Settecento, Ottocento e dei primi del Novecento.
Dal taccuino alla macchina fotografica, ma l’incanto è lo stesso con un compito in più: informare per conoscere e amare, uno sprone ad esplorare per valorizzare e saper conservare in mezzo ad uno tzunami di omologazione pseudo europeista o mondializzazione. Cilento e Vallo di Diano sono un museo vivente a parte; Paestum, Velia, Padula e non solo la Certosa, le forre e paesaggi sul Calore o sul torrente Emmisi, dove i più coraggiosi possono immergersi dopo un po’ di cammino. Non viandanti e non solo pellegrini; questo andare per campagne, boschi, litoranee, basiliche, catacombe, recano tracce molto prima dell’avvento dei Greci o dei Romani.
Le immagini restituiscono una topografia intima e dello spirito dei luoghi; alcuni di essi aspettano lo sguardo e restituiscono con gli interessi la meraviglia, l’oro delle emozioni, della conoscenza. Un esempio su tutti è la Basilica di san Giovanni in Fonte; fondata nel IV secolo d. C. su una sorgente e già conosciuta e narrata da Flavio Aurelio Cassiodoro nel 527. I resti di questa chiesa in pietra fluttuano su un acqua pura e cristallina. L’effetto è il “sublime”, quella sensazione di vertigine e di partecipazione con la natura e con quanto di più bello possa costruire l’uomo in comunione con essa.
Un libro che si sfoglia con la voglia di rivivere quei paesaggi, con un pizzico di illusione e di realtà che il tempo cronologico possa essere clemente, più dell’invasione della bruttezza e del cemento selvaggio.

*Roberto Pellecchia, medico e fotografo vanno segnalate le Guide delle 100 spiagge più belle della provincia di Salerno e la guida alla costa di Sorrento e della costiera amalfitana. (v. bibliografia)

Marcello Napoli

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