creativi e autoproduzione
IL PROGETTO COME TRANS-FORMAZIONE
Non poteva che essere questa la strada da seguire per Marisa Santopietro, designer potentina, che ha intrapreso un percorso progettuale incentrato sulla reinterpretazione del mobile d’arredo. Quando poi, hai la fortuna di avere un papà artigiano, e cresci a stretto a contatto con materiali di varia natura, oggetti, brandelli di stoffa e pezzi di metallo che ti fanno pensare a come comporli e ricomporli per dar vita a qualcosa di nuovo, la strada da seguire è segnata. Inoltre, papà Giuseppe le ha trasmesso la passione per la precisione, la cura del particolare e la pazienza, tutte caratteristiche tipiche del fare artigiano.
Nel 2005, Marisa crea MSD Design, un concept store rivolto alla progettazione d’interni ed attraverso il quale propone i prodotti di importanti brand del design italiano, ma da alcuni anni a questa parte ha deciso di dedicare buona parte del suo business al progetto MSD Restyling, ovvero all’autoproduzione dei mobili che lei progetta. Marisa, alla stregua di tanti altri designer autoproduttori, ha constatato che la forza comunicativa dei mobili d’arredo autoprodotti è molto più forte rispetto a quelli dei classici brand poiché dietro ogni “pezzo” c’è una storia e soprattutto qualcuno, il designer, che te la può raccontare. La filosofia del progetto di Marisa prende spunto dal postulato di Lavoisier “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” e che lei ha declinato in: “tutto si crea, qualcosa si distrugge, tutto si trasforma” (visita il sito web di Marisa).
Infine, ho trovato molto interessante la strategia marketing che Marisa sta attuando; nei mesi di ottobre e novembre dello scorso anno, ha organizzato una mostra-evento presso la Pinacoteca Provinciale di Potenza nel corso della quale, anche grazie all’intervento di personalità del mondo del design come Dalia Gallico, ha veicolato e raccontato i suoi progetti autoprodotti.
Giovanni Di Vito