creativi e autoproduzione
di Marcello Napoli –
PAESTUM E LE SUE MURA
“Io non ho mai visto le mura di Babilonia, né quelle di Susa di Persia, né ho sentito descriverle da qualcuno, ma le mura di Messene, -nel Pelopponeso-, sono veramente un complesso fortificatorio superiore a qualsiasi altro al mondo.” Così ha scritto Pausania nel II secolo d.C.; il Periegeta non ha mai conosciuto i 4750 metri delle mura e della maestosità di Posidonia-Paestum, le sue particolarità e tecniche della costruzione, Né poteva mai immaginare che l’imponenza avrebbe consentito nei secoli uno suo stato di conservazione splendido anche prima del periodo tra gli anni Trenta e Cinquanta, quando fu scelto di operare per ripristinare, restaurare, consolidare la cinta muraria del sito lucano-greco, poi romano.
Il sito di Paestum ha avuto una sorta di sua “naturale” protezione, dovuta alla palude e alla scarsa urbanizzazione. Della percezione e straordinarietà del sito, dei secoli d’auge e di buio, tra gli zaffami virulenti della palude e lo splendore di oggi, è testimonianza il volume “Le fortificazioni di Paestum”, edito dalla Fondazione Paestum. “Il nostro interesse principale, nella linea delle scelte programmatiche che la Fondazione persegue sin dalla nascita, è duplice: la conoscenza e quindi la valorizzazione di questo straordinario patrimonio da tutelare e consegnare a chi viene dopo di noi nelle migliori condizioni possibili”; così scrive Emanuele Greco presidente della Fondazione.
Un pool di studiosi rende prezioso questo volume, ricco di documentazione da stampe del XVII, alla metà dell’Ottocento, l’epoca della fotografia sino ad oggi. Ecco i nomi del pool di collaboratori dell’opera: Angela Pontrandolfo, Marina Cipriani, Maria Luigia Rizzo, Pietro Toro, Paolo Vitti, Ottavio Voza, Fausto Longo. Quest’ultimo delinea un lungo excursus sulla conoscenza e le percezioni della maestosità e imponenza delle mura e dei templi dal XV al XVIII secolo, ben oltre la retorica del Gran Tour. “Un’attenta analisi dei documenti, dimostra come la forza evocativa della città antica con le sue possenti mura non fosse venuta mai meno nel corso dei secoli”, scrive l’archeologo salernitano.
Il libro non è solo un contenitore di studi e suggestioni, ma suggerisce di guardare al futuro; è un progetto in fieri destinato a studiosi e non solo, ma è anche una “marcia” di avvicinamento dei giovani alle tematiche di documentazione, restauro, valorizzazione del territorio e dei siti archeologici. Uno dei capitoli del volume è dedicato infatti ad un videogioco che vede come palcoscenico virtuale proprio Paestum. “Assediati e assedianti: ricostruzione virtuale di una battaglia intorno alle mura”; è firmato da quattro esperti in tecnologie della cognizione che grazie alla collaborazione della Società EVOCA ha realizzato il videogioco in 3D. E’ significativo che ogni contributo alla conoscenza, conservazione e promozione del territorio e siti così importanti e conosciuti nel mondo non possa e debba concedere spazi all’improvvisazione, ma magnetizzare sinergie da più campi del sapere. Il libro né è una notevole testimonianza ed esempio.