creativi e autoproduzione
di Marcello Napoli –
L’ULTIMO ARRIVATO DI MARCO BALZANO, PREMIO CAMPIELLO
“Pronti a tutte le partenze”; il verso di Ungaretti, l’impegno costante, le radici profonde della sua cultura e umanità, hanno portato Marco Balzano ad imporsi al Premio Campiello con il suo terzo romanzo “L’ultimo arrivato”, edito da Sellerio. E il segnale di un piccolo, ma significativo cambio di rotta: il romanzo torna ad impegnarsi per il sociale, alla ricerca di perché? Come è potuto succedere e chi ha scompigliato le carte del viver civile. Se il primo romanzo di Balzano “Il figlio del figlio”, edito da Avagliano, ha una rotta lirica e con pochi personaggi, il secondo, “Pronti a tutte le partenze”, è più ruvido e corale, con varie ambientazioni dal Sud al Nord. Sotto la lente d’ingrandimento dell’autore viene scandagliato il mondo precario della scuola; precari i professori, le speranze, il futuro. Precario questo mondo che “non siamo e non vogliamo”, tenendo stretta tra le mani mano la valigia delle speranze, delle certezze, dei desideri che sempre più si assottiglia e per la legge dei vasi comunicanti sempre più va a rimpinguare le certezze, gli agi, di alcuni. “L’ultimo arrivato” è la storia di Ninetto detto pelleossa; la storia d’Italia di cui scorgiamo i frutti nella realtà di oggi. E’ la voce di migliaia, milioni di emigrati dal Sud al Nord; una vecchia storia mai risolta, che si ripete a cicli e ondate, accentuata da un’Unità realizzata sulla carta, decisa da pochi sulla pelle e ossa di tanti. “Comunque non è che sono emigrato così, da un giorno all’altro. Non è che un picciriddu piglia e parte in quattro e quattr’otto. Prima mi hanno fatto venire a schifo tutte cose, ho collezionato litigate, digiuni, giornate di nervi impizzati, e solo dopo me ne sono andato via. Era la fine del ’59 e uno a quel’età preferirebbe sempre il suo paese anche se è un cesso e niente affatto quello dei balocchi.” Pelleossa ama la scuola, il suo maestro e i compiti: “Io le poesie le sapevo tutte a menadito e pigliavo sempre Lodevole.” E’ storia di oggi: non serve il Lodevole se non chini le spalle, ungi la lingua, stai al gioco di chi manovra il potere. Chi se ne frega se hai delle doti, sogni, speranze e qualità? A nove, dieci anni si spalanca davanti agli occhi di un bambino il teatro crudele e inimmaginabile della città, della metropoli e dei suoi ubriacanti, anestetizzanti ingranaggi; la storia si dispiega nella Milano di fine anni ‘50, ma potrebbe essere Torino, le industrie e miraggi nascenti. Il romanzo ha vinto il Premio Campiello; ha scritto Marco Belpoliti: “Balzano mostra come la letteratura sappia, e possa, parlare del mondo che ci circonda.” Pare poco, tra i vari Fabi Fazio e Volo, nel carosello dei media che sembrano non accorgersi, ignorare le vere radici della nostra storia. Con Ninetto pelleossa-Virgilio attraversiamo il purgatorio, l’inferno, il paradiso; poi ancora l’inferno e la speranza di risalita di palingenesi di 50 anni di vita italiana che spesso dimentichiamo e con essa, da dove veniamo, chi ha pagato il conto del Boom economico e che fine ha fatto la società agricola, le piccole e medie comunità. Il filo del romanzo è un invito al sano ricordo, al sapore di pane caldo e mozziconi consumati di candele, con la nostalgia di certi maestri di una poesia viva, emozionale ed emozionante, che vede frutti e le foglie e la loro danza di vita e non di morte. Lavoro, emigrazione, confronto generazionale, malinconia e ironia, ansia del futuro: “Certi giorni anche scrivere è meglio che vivere. Questo romanzo lo meditavo da anni e ci ho messo davvero l’anima per dare una voce a Ninetto e rendere storia la Storia”, rammenta l’autore, classe 1978. Balzano ha il dono, la grazia di scrivere di problemi della nostra società che facilmente dimentica, filtra, censura i sacrifici, la miseria, la cultura e la sostituisce con ben altri non-valori. Questo dono e passione per la poesia, lo ritroviamo come certe piante di capperi, violaciocche, gigli di Palinuro, apparentemente gracili, ma forti al vento che gonfia le pagine di evocazioni, riflessioni, suggestioni imprescindibili.