creativi e autoproduzione
IL QUADRO MAI DIPINTO
Il romanzo di Massimo Bisotti, romano, giovane autore già di “cult”, non è solo la storia d’amore, il prima, il durante, il poi del professor Patrick e di Raquel, ma offre molti altri spunti di riflessione nel solco di quel “laevia gravia” che non è solo uno slogan dei nostri avi latini.
“Il quadro mai dipinto”, -edito da Mondadori-, ovvero dipinto, mai rifinito, abbozzato, mai vissuto in 2 D, ma ricercato nella realtà, abbandonato, poi ripreso, è un orpello. E’ il tatuaggio definitivo, il “Ti amo” incistato nel sangue e nella pelle, spesso abusato, però. Quanti ti amo e nomi e volti e simboli ci si fa tatuare nell’arco breve di una vita, oggi? Sarà per quel suo amore per la musica che si traduce in pagine come pentagrammi, sarà per la sua passione per la filosofia zen, sarà per la sua attenzione alla psiche e al sogno, Massimo Bisotti scaglia la freccia delle sue parole, riflessioni, massime, dialoghi, nel centro esatto dell’ipotalamo dell’amore, nell’aorta dell’emozione, nella sinapsi dei sentimenti. “Mai contro cuore” è la password che ci dona e noi, un pubblico sempre più numeroso e dialogante con lui, con il suo blog, con i suoi libri, sottoscriviamo: mai contro cuore.
E’ un libro che va letto come le preghiere buddhiste lasciate al vento a consumarsi e poi a compiersi; va sentito distaccandosene come a guardare un giardino Zen, i sassi, il bonsai al centro della gravitazione; va captato non solo nella superficie apparentemente leggera delle onde concentriche tra le parole “Ti amo”, m nel lento cadere del sasso e nello smuoversi della melma che affossano, ombrano, appesantiscono i nostri sogni. Specie quelli da condividere o condivisi.
Un testo, ovvero un tessuto non solo di seta con i suoi intrecci e nodi, le frange e gli svisi tra la pelle di Patrick, di Raquel.
Un libro che si può leggere in orizzontale, seguendo le righe, le proposizioni e le subordinate e fermandosi ogni quando a meditare sulle frasi che vorremmo dire, sentir dire, condividere (ma non sui social network, ma tra gli occhi).
Un libro che si può seguire in verticale aggrappandosi e salendo o lasciandosi andare all’abisso del bacio tanto anelato (mi fa pensare al disiato viso di Francesca tra le labbra di Paolo nel IV canto dell’Inferno dantesco).
Ma infine (ce ne sarebbe da dire e diremo) consiglio di leggerlo e seguirlo sino al prisma che dirada e intreccia i dubbi, si slarga a onde arcobaleno e con una ecpirosi di un momento purifica e unisce i lembi dell’anima.
Così l’amore aspirato, aleggiato tra immagini e sogni e visioni, incontrato e perso e ritrovato e perso ancora, in bilico tra mare e cielo omnia vincit.
Et de hoc…