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novembre 15th, 2014
LA DANNAZIONE DI GIUDA

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LA DANNAZIONE DI GIUDA, DI BRUNO LUCREZI, ED. ROGIOSI

Iniziato a scrivere nel 1944, vede la luce 35 anni dopo la morte del professore elzevirista de Il Mattino, grazie al lavoro di “ricostruzione” dal dattiloscritto dei figli Eugenio e Francesco e la cura di Francesco D’Episcopo.

Allora Giuda il traditore vedendo che Gesù era stato condannato si pentì e riportò i 30 denari ai Sommi Sacerdoti. “Ho peccato tradendo sangue innocente.” Ma quelli dissero: “Che ci importa, veditela tu!” Ed egli, gettate le monete d’oro nel Tempio, si allontanò ed andò ad impiccarsi.” Sono poche drammatiche righe, l’incipit della narrazione tratte dal Vangelo di san Matteo, e ci introducono nella lettura delle 440 pagine di un’opera che sfugge, per intensità ad ogni classificazione: “La dannazione di Giuda”, edito da Rogiosi, di Bruno Lucrezi.

Pagine che fanno riflettere, rispettose del momento fondante della cristianità, ma più ancora del dramma umano del Figlio di Dio e di uno degli apostoli più fedeli e vicino al Cristo, scaricato in due parole da Giovanni, come “ladro e traditore”, ma del cui ruolo da “rivedere” Lucrezi è un antesignano. L’autore non aveva potuto infatti leggere il Vangelo di Giuda, edito solo nel 1979, che fa del traditore per antonomasia un deuteragonista del dramma in un palcoscenico di morte dove il crocifisso, l’impiccato, celebrano il mistero più alto dell’evento cristiano, quello della reciproca immedesimazione nell’amore.
Un libro che ha avuto un percorso particolare: pensato per la prima volta nell’estate del 1944, quando l’autore, Bruno Lucrezi, aveva 27 anni; è stato scritto in una prima versione tra la fine degli anni ‘40 e gli inizi del ’50. Fu consegnato ad alcuni editori del nord, ma senza esito e poi abbandonato per essere ripreso, con varie revisioni, negli ultimi anni della sua vita. Bruno Lucrezi, non ha avuto il tempo di curarne l’edizione definitiva che ora rivive grazie ai figli, Eugenio e Francesco, arricchito dalle considerazioni di Francesco Casavola, Presidente Emerito della Corte Costituzionale e del professore Francesco D’Episcopo.
Dopo la morte di nostro padre, nel 1979, abbiamo firmato un contratto con una casa editrice che fallì. Un po’ disillusi abbiamo accantonato la cosa fino a qualche anno fa quando abbiamo provveduto alla digitalizzazione del testo che era in forma dattiloscritta. Lo pubblichiamo ora dopo 40 anni dal primo impianto scrittorio”, sottolineano i due figli e ricordano gli anni salernitani vissuti dal 1947 al 1954 quando l’autore insegnava presso il Liceo T. Tasso e la moglie, Teresa Malecore alle scuole medie.
Per 20 anni Bruno Lucrezi, nato a Napoli nel 1917, è stato elzevirista de Il Mattino: “Questa è una delle pagine e degli impegni che più gli han dato soddisfazioni nella sua vita, ma non ha mai abbandonato questo libro”, ricordano i due figli. E’ un romanzo di impostazione evangelica, dedicata alla vicenda umana dell’apostolo Giuda nel segno di una rivalutazione del ruolo storico e soteriologico dell’Iscariota. E’ un’opera di impostazione religiosa con profili teologici impostati sull’idea di un amore infinito per il Gesù umano e per una repulsione e rifiuto verso la sua natura divina “antiumana”, secondo l’apostolo Giuda, assurto a simbolo di ogni tradimento.
Le ultime parole del Cristo sulla croce e la domanda di Giuda, risuoneranno ancora nella mente e nel cuore di chi leggerà il libro non superficialmente: “Perché Dio, l’Onnipotente, non ha risparmiato Suo figlio?

Marcello Napoli

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