creativi e autoproduzione
di Massimo Consorti –
MIA MADRE
Regia di Nanni Moretti – 2015 – ITA/FRA – Durata 106 minuti.
Con Margherita Buy, John Turturro, Giulia Lazzarini, Nanni Moretti, Stefano Abbati, Beatrice Mancini, Enrico Ianniello, Anna Bellato, Toni Laudadio, Pietro Ragusa, Tatiana Lepore, Lorenzo Gioielli.
Mia madre è un film costruito con l’ausilio di intercapedini: quelle cinematografiche e quelle esistenziali. E parlo volutamente di intercapedini e non di sovrastrutture: troppo facile far ridere o piangere, difficilissimo è invece tuffarsi in una storia che vuole scardinare tutti i luoghi comuni legati al pianto e soprattutto alla morte. Una madre sta morendo mentre la figlia-regista dirige un film, e questa situazione le permette di vivere l’addio come un fatto di vita normale se non naturale. Se Nanni Moretti avesse voluto far piangere ci sarebbe sicuramente riuscito, gli ingredienti ci sono tutti ma lui non lo ha voluto, la negazione del “marchettaro” di professione che conduce lo spettatore dove vuole. Fra tutti i film di Moretti, Mia madre è senza dubbio il più personale e forse il più struggente, ma senza volerlo. È un film giocato per sottrazione dove tutti, meno John Turturro, contribuiscono a questa storia a tasso emotivo zero. Turturro è vivo e vitale, un attore che dice di aver lavorato con Stanley Kubrik ma che leggendo la sua filmografia non risulta da nessuna parte. Chiamato per alleviare il rapporto stordente fra la vita del set e la morte in ospedale, la presenza di Turturro è strabordantemente comica , una dimensione attoriale che non rientra nelle sue corde e per questo efficacissima. Ho sentito molti giudizi negativi e pochissimi positivi su un film che merita invece un rispetto assoluto. E credo che Attilio Bertolucci (il poeta non il regista), lo avesse già previsto quando scrisse “assenza/più acuta presenza”.