creativi e autoproduzione
AUTOPRODUTTORE CON LIGNEALUCE UTILIZANDO GLI SCARTI DEI PENSIERI
Rosso, passione, contaminazione, mani, visione, geometria, materiali sono solo alcune delle parole che hanno accompagnato Guido La Puca nel suo percorso professionale e sperimentale.
Si perché Guido più che un architetto e un designer, è un vero e proprio sperimentatore completamente avvinto dalla potenza della materia. Napoletano, classe ’54, Guido ha studiato architettura in un periodo dove si poteva ancora imparare qualcosa affiancato da architetti che lo hanno stimolato a giocare con i numeri e la materia approdando in contaminazioni affascinanti.
E’ un compito difficile far comprendere con poche parole chi sia Guido veramente, sicuramente è un visionario con il quale si può parlare per ore e non annoiarsi mai. Non siamo al cospetto di un grande vecchio perché l’età non glielo consente ma la profondità e la larghezza delle sue visioni è notevole e rispetto a tanti grandi vecchi del design, che parlano di autoproduzione, Guido la materia la conosce veramente perché la governa. Le sue mani parlano più dei suoi pensieri e diventa complicato comprendere chi ha la priorità nel suo linguaggio colto.
Affascinato dalla matematica di Maurits Cornelis Escher, dalla geometria di Antoni Gaudí e dalla sperimentazione sui legni della Alpi, Guido ha dato vita a quelli che lui chiama “gli scarti dei pensieri” con LIGNEALUCE (visita il sito web di Guido) un progetto con il quale è diventato designer autoproduttore.
Il lavoro di Guido La Puca ha attratto l’attenzione di Marco Borrelli, docente alla SUN di Napoli che sta studiando il suo approccio alla materia e alla forma con l’obiettivo di aiutarci a conoscere questo meraviglioso fenomeno. E’ facile intuire che Guido non è solo un designer, un architetto, un autoproduttore è anche un artista, un artigiano, un compositore ma questa è un’altra storia.
Angelo Soldani