creativi e autoproduzione
FARE AUTOPRODUZIONE RECUPERANDO LA TESTIMONIANZA INDUSTRIALE
Tra le molteplici declinazioni del design autoprodotto il filone del riuso non è quello più perseguito ma sicuramente è di interesse di alcuni designer. Può aver a che fare con la tematica del rispetto dell’ambiente o semplicemente perché è più semplice ed economico reperire forme forme o materiali utilizzati per altri scopi. C’è anche una dimensione di questo fenomeno che ha più aderenza con la necessità di non disperdere degli elementi di design industriali desueti o depauperati che se non recuperati se ne perde la memoria. Oggetti che tante volte sono ancora in produzione ma aggiornati nella forma e nei materiali agli usi e alle tendenze contemporanee. Un designer che da poco si è avvicinato all’autoproduzione e che ingegnerizza nuovi oggetti partendo proprio da oggetti industriali dismessi è Giovanni Dal Cin Architetto, libero professionista, classe ’67. Vive e lavora a Varese dove dal 2001 svolge l’ attività di progettista, con particolare attenzione ai temi del riuso, della prefabbricazione in legno, dell’architettura naturale e della qualità dell’abitare.
Nell’ultimo periodo si è avvicinato all’autoproduzione progettando e realizzando oggetti di design utilizzando materiali di recupero. Infatti dal 2014 ha avviato il progetto WilDesignArt (vedi la sua produzione), in particolare attraverso l’autoproduzione di lampade e installazioni luminose in piccola serie. Utilizza elementi di design industriale di recupero, elementi provenienti da demolizionio vecchi attrezzi da lavoro, trovandogli una nuova funzione, senza comunque rinunciare alle loro caratteristiche peculiari completandoli con tecnologia led. A Giovanni abbiamo chiesto perché ha scelto di creare un brand di autoproduzione rivisitando elementi realizzati da produzioni industriali: “uso spesso testimonianze di scarti di processi industriali, mi piace ripensarli con nuove funzioni, ridando loro dignità e valore attraverso un riuso creativo. Partendo sempre dal concetto di upcycling, mi affascina l’idea di recuperarne la forma e la Materia, contaminarli tra loro o con l’aggiunta di elementi nuovi, e assemblarli a secco con sistemi meccanici, senza l’uso di colle, con un’attenzione particolare anche alla loro futura ri-dismissione”
Angelo Soldani