creativi e autoproduzione
di Massimo Consorti –
HO UCCISO NAPOLEONE
Regia di Giorgia Farina – 2015 – ITA – Durata 90 minuti.
Con Micaela Ramazzotti, Libero De Rienzo, Adriano Giannini, Elena Sofia Ricci, Iaia Forte, Federica Victoria Caiozzo, Bebo Storti, Monica Nappo, Pamela Villoresi, Tommaso Ragno, Erica Blanc, Luce Caponegro.
Il riferimento immediato, molto prima di prendere in considerazione la trama, è la Angie Dickinson di Point Blank. Poi ci mettiamo a correre per inseguire addirittura la Demi Moore di Disclosure (Libero De Rienzo non è Michael Douglas ma comunque…), e infine arriviamo a Micaela Ramazzotti, finalmente non-bambola. La Ramazzotti è di un cinismo assente nei film italiani, commedia o drammatici è lo stesso. All’inizio il pensiero che sia addirittura fuori ruolo ci sfiora, ma è un momento.
La trama è banale. Una donna in carriera si scopre (a sua insaputa) incinta e viene immediatamente licenziata. Cova la vendetta nel petto e puntuale arriva a soccorrerla quella figura un po’ sbiadita, e apparentemente senza senso né ruolo, del responsabile dell’ufficio legale. Nella desolante vita da disoccupata entrano prepotentemente tre donne (una spacciatrice di ricette false, una infermiera sull’orlo di una crisi di nervi e un’avvocata fuori di testa), che ne condivideranno il percorso post-lavorativo: nessuna nemesi per carità. Ho ucciso Napoleone è un film inaspettato, insolito, originale, gradevole.
Per disegnare la donna interpretata da Micaela Ramazzotti, occorre una donna e Giorgia Farina (sceneggiatrice oltreché regista), la disegna benissimo. Assuefatti ad altre commedie e a florilegi che contrappuntano i film italiani di comicità di bassa (spesso bassissima) lega, questo film ci ha piacevolmente sorpreso e divertito. Cosa strana per una cinematografia che ha mandato medusianamente i plot narrattivi all’ammasso, ma vera, reale, efficace.
Qualcosa si muove. La speranza è che continui a muoversi.