creativi e autoproduzione
di Massimo Consorti –
SUBURRA
Regia: Stefano Sollima – ITA – 2015 – Durata 130 min. – 01 Distribuzione
Con Pierfrancesco Favino, Elio Germano, Claudio Amendola, Alessandro Borghi, Greta Scarano, Giulia Elettra Gorietti, Antonello Fassari, Jean-Hugues Anglade, Adamo Dionisi, Giacomo Ferrara
Tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo, sceneggiato dalla inossidabile coppia Rulli&Petraglia, Suburra fa parte di quel genere di film del quale da tempo (ventuno anni esattamente), se ne avvertiva la mancanza, soprattutto perché ci vuole un coraggio bestia a girarli e, ancora di più a distribuirli. Facciamo conto che la storia parta in un momento in cui nessuno tra l’opinione pubblica, immagina possa esistere una vicenda del genere. Mafia Capitale è ancora lontana e di “terre di mezzo” non si parla. Facciamo conto che, prima di essere arrestati, Massimo Carminati e Vittorio Casamonica non abbiano mai incontrato l’immaginario collettivo, e risultino due perfetti sconosciuti, quando hanno in mano, oltre a politici prezzolati e di nessuno spessore morale, le sorti della Capitale d’Italia. Facciamo conto che, allo stato attuale delle cose, molti esimi colleghi critici cinematografici abbiano ancora paura di accostare Claudio Amendola e Adamo Dionisi a Massimo Carminati e Vittorio Casamonica e il gioco è fatto. Altro che buchi di sceneggiatura e domande irrisolte, Suburra è un film che sopravanza di una spanna tutte le altre opere italiane uscite nel 2015, e che segna una linea di confine netta fra chi ritiene il cinema anche una fonte di denuncia potentissima, e Checco Zalone, Maccio Capatonda e Alessandro Siani dall’altra (dei cinepanettoni ci rifiutiamo categoricamente di scrivere).
12 novembre 2011. Silvio Berlusconi rassegna le dimissioni e Papa Ratzinger ha deciso di darle ma di non comunicarle. Il panico si diffonde tra coloro che grazie a quel tipo di governo, si sono arricchiti a suon di droga, misfatti, tangenti, violenze di ogni tipo e quella piaga inesorabile chiamata corruzione. Ecco, il film racconta quel sottobosco in cui spiccano figure mediocri e alibi ideologici, in cui le armi e le sopraffazioni posseggono ancora uno spietato potere deterrente e tutte le forze politiche e sociali (Chiesa compresa) concorrono al trionfo del malaffare. Fotografia potente, musica asfissiante e coinvolgente, recitazioni inevitabilmente sopra le righe, regia acutissima ed estremamente elegante nonostante la storia, Suburra segue il successo mondiale di Gomorra-La serie, adottandone lo stesso stile narrativo e lo stesso ritmo incalzante. Nonostante i soliti giudizi tanto al chilo di morettiani orfani di Moretti, Il Film, purtroppo per loro, è davvero un Film.