creativi e autoproduzione
di Massimo Consorti –
REVENANT – REDIVIVO
Regia: Alejandro González Iñárritu – USA – 2015 Durata 156 minuti – Distribuzione 20th Century Fox
Interpreti Leonardo DiCaprio, Tom Hardy, Domhnall Gleeson, Will Poulter, Forrest Goodluck, Paul Anderson, Kristoffer Joner, Joshua Burge, Lukas Haas, Brendan Fletcher, Duane Howard, Arthur Redcloud, Melaw Nakehk’o, Brad Carter
Dopo Biutiful, ma soprattutto dopo Birdman, meglio noto come uno dei più lunghi piani-sequenza della storia del cinema, Iñárritu si tuffa in un film che più claustrofobico non poteva essere. E la genialità, perché di genio si parla, è quella di rendere claustrofobico anche un concentrato di grandi spazi come quelli semi selvaggi dell’America dei primi anni dell’Ottocento. Ancora una sfida, quella che lancia il regista messicano, in cui sono banditi gli arabismi, a cui spesso ricorre, per ridurre più di due ore di film all’essenzialità classica di chi intende sondare l’anima piuttosto che i corpi, la psicologia piuttosto che le ferite da lotta estrema con un grizzly.
Siamo nell’America dei primi anni dell’Ottocento, cacciatori di pelli e militari di vario genere, girano il Paese per inseguire solo ed esclusivamente il profitto. Glass è il profondo conoscitore di quelle terre, e l’uomo incaricato di riportare tutti a casa. Ma l’incontro scontro con un grizzly, lo ridurrà a un relitto umano. Lasciato in compagnia di Fitzgerald, incaricato di dare al corpo di Glass una degna sepoltura, sarà proditoriamente tradito dall’ex soldato e dovrà subire anche l’assassinio del figlio. Solo lo spirito di vendetta, consentirà a Glass di riprendersi e portare a termine l’unico compito rimasto: uccidere Fitzgerald.
Tratto dall’omonimo romanzo del 2003 di Michael Punke, il film sceneggiato dallo stesso Iñárritu con Mark L. Smith, è la dimostrazione che se Di Caprio sta zitto il prodotto ne guadagna. Iñárritu lo ha capito e infatti il Leo-Titanic tace per quasi tutto il film.
Osannato ai Golden Globe (miglior attore protagonista), sembra che questa volta l’Oscar sia a portata di mano per l’attore feticcio di Martin Scorsese. La sua interpretazione, più fisica che da Actor’s Studio, a quante pare è piaciuta moltissimo al pubblico americano, per la serie: contenti loro! Gotica la fotografia di Emmanuel Lubezki, angosciante il commento musicale curato da tre top: Ryūichi Sakamoto, Carsten Nicolai, Bryce Dessner. Eccezionale lo scenario, anche se quelle cime di pioppi giganteschi e abeti da paleolitico, le abbiamo ancora negli occhi in una sorta di iper-ripetitiva sequenza natalizia. Tralasciando i luoghi comuni, di cui sono infarciti i dialoghi, resta la sensazione che se fosse durato mezz’ora di meno, il ritmo del film ne avrebbe guadagnato. L’acqua che scorre, la neve che cade, il fuoco che crepita e la carne cruda mangiata a pranzo, merenda e cena vanno bene per un paio di scene, ma poi…