creativi e autoproduzione
di Massimo Consorti –
LA FELICITÀ È UN SISTEMA COMPLESSO
Regia: Gianni Zanasi – 2015 – ITA – Durata 117 minuti – Bim Distribuzione
Con Valerio Mastandrea, Hadas Yaron, Giuseppe Battiston, Filippo De Carli, Camilla Martini, Maurizio Donadoni, Teco Celio, Daniele De Angelis, Maurizio Lastrico, Paolo Briguglia, Domenico Diele
Tornano le tematiche di “Non pensarci”. Quasi le stesse dinamiche genitoriali: chi è il figlio, chi il padre, famiglie scombiccherate, parenti in attesa che qualcosa accada. Visto in una sala cinematografica puro vintage, con le poltrone di velluto rosso, “La felicità è un sistema complesso” narra un mondo reale e uno immaginario. Quello reale è composto da squali pronti a mordere la mamma per una merenda, quello immaginario è il mondo dei buoni, dei ravveduti, dei convertiti sulla strada di Damasco, di coloro che, a un certo punto della loro esistenza, tirano fuori gli attributi dimenticati.
Enrico Giusti (Valerio Mastandrea sulla fisicità del quale il film è cucito), è il re delle cessioni industriali. Lui prende giovani rampolli ai quali della fabbrichetta non frega una mazza, li convince a lasciare e li spedisce a Santo Domingo o alle Cayman. Non usa mezzi violenti, non circuisce, non imbraccia armi di distruzione di giovani industriali, semplicemente li ascolta e mostra loro una nuova vita a base di sesso, droga, ville e paradisi fiscali. Nel suo mestiere, Enrico è un professionista indiscusso. Suo padre è scappato in Canada dopo il fallimento della ditta, suo fratello fugge dai rapporti umani. Insomma la fuga è parte integrante della sua vita. E tutto questo fino a quando non incontra Filippo e Camilla, giovanissimi figli di un industriale morto, insieme alla moglie, in un incidente stradale.
Sembra strano ma il cinema italiano, un certo tipo di cinema italiano, affronta il dramma dell’esistenza umana. Ci gioca con fare cinico, ma anche predispondosi ad affrontare le vicende della vita cercando di comprenderle. Forse mai come in questo film, abbiamo apprezzato Mastandrea, un attore che secondo noi ha ancora molte frecce al suo arco che neppure Zanasi è riuscito a fargli lanciare. L’esistenza si affronta così, fuggendo dalle responsabilità e addossando sempre agli altri la colpa dei propri fallimenti. Dietro l’angolo, però, c’è la redenzione ma senza un Cristo disposto a starti ascoltare.