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creativi e autoproduzione

gennaio 15th, 2016
IL PICCOLO PRINCIPE

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di Massimo Consorti

IL PICCOLO PRINCIPE

Regia: Mark Osborne – 2015 – Francia – Durata 107 minuti – Distribuzione italiana Lucky Red
Voci originali Riley Osborne, Rachel McAdams, James Franco, Marion Cotillard, Jeff Bridges, Benicio Del Toro, Paul Giamatti, Mackenzie Foy, Ricky Gervais, Albert Brooks, Bud Cort, Jacquie Barnbrook
Voci italiane Paola Cortellesi, Stefano Accorsi, Micaela Ramazzotti, Alessandro Gassmann, Giuseppe Battiston, Pif, Alessandro Siani

E così, mentre Checco Zalone raccoglie immeritatamente i frutti di una distribuzione in 1500 sale, pianificata rigorosamente a tavolino che manco Star Wars, più saintexuperyanamente ce ne siamo andati a vedere il Piccolo principe, piccolo ma di sicuro grande film, tridimensionalmente pregevole, emotivamente accattivante. Più registi, in tempi diversi, hanno cercato di portare sul grande schermo il capolavoro di Antoine de Saint Exupéry, ma non sempre il risultato (diciamolo) è stato dei migliori. Non si capisce, se non tecnicamente, come il regista di Kung Fu Panda sia riuscito a ottenere un risultato del genere, ma una cosa è certa: è partito da una sceneggiatura (Irena Brignull e Bob Persichetti), che di per sé è da Oscar, il resto è animazione.
Una bambina si ritrova la vita pianificata da una mamma in carriera, secondo regole pressochè dittatoriali, e un planning rigorosissimo che prevede tutti gli step da compiere per accedere alla celeberrima (quanto terribile) Accademia Werth, quella che forma i manager del futuro. E per far avvicinare la piccola alla famigerata fabbrica di cervelli, la mamma decide di cambiare casa e quartiere e trasferirsi a due passi dal luogo designato per permettere alla figlia di diventare una top manager. Ma la nuova casa ha un vicino imbarazzante, un tipo che vorrebbe far decollare un aereo nel suo appartamento. Il vecchio è, infatti, un avviatore che racconterà alla protagonista del film una stranissima avventura capitata nel deserto, dove tanti anni prima, aveva conosciuto un piccolo principe giunto sulla terra a bordo di un asteroide. La bambina, proiettata verso la carriera che la mamma le aveva costruito, sulle prime è riluttante a farsi coinvolgere dalla storia, ma poi…
Il questo film c’è tutto il fantastico possibile di una storia immortale, sulla quale intere generazioni si sono formate non traendone però nessuna lezione. Il libro di Saint Exupery ci è parso, per anni, come un “male indispensabile”, una lettura da dover fare per forza altrimenti non si era “in”. In fondo, c’era anche chi lo equiparava al Peter Pan di Barrie senza comprenderne la differenza profonda, quella che Peter Pan non voleva crescere mentre il Piccolo principe voleva farlo ma conservando interiormente il suo “sguardo” da bambino, ciò che la piccola protagonista farà sconvolgendo i piani della madre.
Una stop motion d’altri tempi e raffinatissima, quella che contraddistingue l’incontro dell’aviatore con il piccolo principe, e una doppia linea estetica che riafferma incontrovertibilmente che “l’essenziale è invisibile agli occhi”.
Per essere un capolavoro assoluto (e non solo del cinema di animazione), manca poco. Peccato per quell’inciso (fondamentale) assente nel rapporto fra la volpe, il piccolo principe, il colore dei capelli di questo e il colore del grano.

Il trailer

Massimo Consorti

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