creativi e autoproduzione
di Massimo Consorti –
IL NEMICO INVISIBILE – DYING OF THE LIGHT
Regia: Paul Schrader – 2014 – USA – Durata 94 minuti
Con Nicholas Cage, Anton Yelchin, Alexander Karim, Irène Jacob, Aymen Hamdouchi, Claudius Peters, Adetomiwa Edun, Robert G. Slade, Derek Ezenagu, Geff Francis
Dallo sceneggiatore di Taxi Driver e di Toro scatenato e dal regista di American Gigolò uno si aspetta un film. Che sia un regista con i fiocchi, Paul Schrader, si sa, ma che qualche volta non ne becchi una può succedere, anche ai migliori. Si dice che Schrader, il produttore Refn e gli attori Cage e Yelchin abbiano disconosciuto la copia del film in circolazione perché difforme dalle loro intenzioni. E speriamo sia così perché (si può dire di un film che è una cazzata stroboscopica e stereo?) quello che abbiamo visto è solo un inno stupido e malriuscito all’estremismo americano di destra, Tea Party insomma.
Evan Lake, agente Cia, è stato torturato dal fondamentalista islamico Muhammad Banir. E fin qui il film non fa una piega. Poi però, nel corso di ventidue lunghissimi anni, Evan non riesce a dimenticare l’affronto subito e culminato, si fa per dire, con il distacco di un pezzo di orecchio causa pinze. L’agente Lake, affetto da una demenza senile progressiva mica male, decide che la sua ultima missione sarà quella di vendicarsi dando la caccia al nemico personale di sempre.
La Cia? È un posto per chi ha ‘valori’ e che tortura, umilia e uccide solo nell’interesse supremo della nazione. Il nemico è Obama che la Cia l’ha svuotata, ridimensionata, ridotta a un centro di politica e non più d’azione. Risibile tutto ciò e a maggior ragione dopo aver scoperto quello che la Cia combinava a Guantanamo. Ma è pur sempre, e lo resterà in eterno, il luogo per gente che ha a cuore i valori.
La mano di Schrader si vede dall’uso estremamente professionale della cinepresa, dal taglio, dall’uso della fotografia e della musica. Ma per il resto, consiglio d’amico, lasciate perdere questo film: soldi risparmiati e un favore in meno agli estremisti pan-americani. Ultimo appunto. Nicholas Cage, poverino, è peggiore solo di Clint Eastwood. Il cowboy di pose ne ha due, Cage una.