creativi e autoproduzione
di Massimo Consorti –
L’ATTESA
Regia: Piero Messina – 2015 – ITA/FRA – Durata 100 min
Con Juliette Binoche, Lou de Laâge, Giorgio Colangeli, Domenico Diele, Antonio Folletto
Molto liberamente tratto da “La vita che ti diedi” di Luigi Pirandello, L’attesa, primo lungometraggio di Piero Messina, è siciliano non solo nell’ambientazione ma anche nei caratteri dei protagonisti. Pur francese, Juliette Binoche sembra aver assorbito le peculiarità di un popolo che fa della riservatezza e del pudore le sue caratteristiche, potrei dire, etniche.
Anna, siciliana d’adozione, ha appena assistito al funerale del figlio quando in casa arriva da Parigi la fidanzata attesa da Giuseppe per Pasqua. Raccontarle perché il figlio non è andato a prenderla in aeroporto? No. Anna sceglie una via tutta sua per elaborare un lutto che le cambierà per sempre la vita. Non dice nulla a Jeanne anzi, inventa di sana pianta una storia parallela fatta di vecchi rancori non perdonati, di un amore finito, di un quasi dispetto architettato da Giuseppe contro la fidanzata, facendole compiere un viaggio senza senso. Da una parte, il lutto in fase di elaborazione di Anna, dall’altra la stessa elaborazione del distacco da parte di Jeanne.
Il rischio che Piero Messina potesse girare il suo primo “lungo” alla maniera di… Sorrentino, era altissimo. D’altronde, come si può annullare la presenza di un premio Oscar nella propria vita professionale? E Sorrentino è stato, nonostante la Sicilia, nonostante location da togliere il fiato, nonostante il riferimento a Pirandello che pure ha molti punti in comune con Federico Fellini. Il film è lento, e senza aver dato alla lentezza quel valore aggiunto molto sorrentiniano che ha fatto vincere l’Oscar al regista italiano. Ottima la colonna sonora, non altrettanto lo sviluppo della storia. Messina, accusato a Venezia di essere un po’ “manierista”, ha dato anche a me la stessa impressione. Manierista, proprio alla maniera di… Paolo Sorrentino.