creativi e autoproduzione
IL DESIGN L’AUTOPRODUZIONE E LA MEMORIA
Gli elementi di design oltre a essere frutto di una filiera produttiva con una serialità, che per l’autoproduzione spesso è limitata, devono svolgere anche una funzione ma non per questo sono esonerati dal veicolare un significato o una memoria. Per il significato c’è poco da specificare ma per la memoria, oltre al recupero di citazioni del passato c’è la componente materica che può giocare un ruolo interessante: in particolar modo i rivestimenti e le finiture o per meglio dire la pelle dell’oggetto. Proprio su questo campo c’è una demarcazione significativa tra il design industriale e l’autoproduzione perché alcune lavorazioni che utilizzano materiali di recupero, per l’industria sono complesse e a volte impossibili mentre per l’autoproduzione sono un’opportunità. E’ il caso di Cesare Catena, torinese, classe ’69 designer e autoproduttore che con il suo brand Officine Catena utilizza materiali di recupero che smembra e riassembla per le sue creazioni. Il materiale di recupero non è determinante per dare uno scopo all’oggetto ma è utilizzato come componente anche estetico per completarlo. D’altronde nel design l’ingegnerizzazione dell’oggetto è una peculiarità forte pertanto quando si introduce nella produzione il materiale di recupero diventa prioritario non svilire questa esigenza cadendo nel pezzo unico o nel pezzo artistico. Ma Cesare questo lo fa molto bene facendo convivere le sue diverse anime di designer, architetto e artigiano e tutto questo lo si può cogliere nella sua produzione (gli oggetti di Cesare).
Gli abbiamo chiesto di farci entrare nel sue processo creativo: “perseguo la mia passione per l’arredo e l’interior design utilizzando materiali recuperati , legno, ferro, juta, cemento e altro. Ogni progetto nasce dalla rilettura di codici estetici consolidati al fine di proporre oggetti innovativi, concreti e rispettosi dell’ambiente e sono escluse dal processo produttivo lavorazioni e finiture invasive così che la bellezza intrinseca dei materiali affiora in superficie.”
Angelo Soldani