creativi e autoproduzione
MILANO MAKERS, L’AUTOPRODUZIONE E LO SHARING DESIGN
I designer autoproduttori in Italia ci sono e iniziano ad essere anche un numero significativo ma quelli che sono riusciti a far diventare la loro scelta imprenditoriale un’impresa sono ancora troppo pochi. Anche se si chiama autoproduzione, di fatto stiamo parlando di impresa e di imprenditori e quindi anche in questo caso “i numeri” riferiti alle vendite sono la vera cartina al tornasole. E’ il vero motivo per il quale l’autoproduzione non decolla, manca totalmente la mentalità imprenditoriale e l’affiancamento della filiera della distribuzione e commerciale che è interessata ad altro tipo di business molto più sostanzioso.
L’esperienza del mondo della distribuzione dovrebbe essere più presente nell’autoproduzione e qualche buon esempio c’è come quello di Cesare Castelli, classe ’58, bolognese di nascita e milanese d’adozione è la quarta generazione di una famiglia d’imprenditori dell’arredamento. Ha lavorato in Artemide e in Castelli e nel 1990 fonda con Denis Santachiara Domodinamica oggetti animati per la casa, dal 1994 lavora con Maria Christina Hamel, sua moglie, con cui ha fondato Mikrodesign, micro store di oggetti di design.
Nel 2011 assieme ad Alessandro Mendini ha dato vita a Milano si Autoproduce, terminata quella esperienza nel 2012 assieme a Duilio Forte, Nuala Goodman, Alessandro Guerriero, Maria Christina Hamel, Francesco Mendini e Franco Raggi ha fondato Milano Makers di cui è attuale presidente, è anche cofondatore di Tam Tam la prima non scuola di design. Da 4 anni organizza uno dei principali eventi del Fuori Salone alla Fabbrica del Vapore dedicato alle autoproduzioni di design. E’ coautore di Makers in Italia, il design nell’autoproduzione, assieme a Maurizio Corrado e Maria Christina Hamel.
Castelli con Milano Makers sta provando a introdurre nell’autoproduzione gli elementi gestionali assai consolidati nel mondo della distribuzione e uno degli aspetti centrali è lo sharing design, in tal senso chiarisce “il fallimento della contrapposizione fra economia capitalista e quella collettivista, fra il mondo della finanza e quello della produzione, conferma sempre più la validità del concetto di economia condivisa (visita il sito dell’associazione).
Una risposta a queste problematiche viene dalla sharing economy dove il tema non è più il possesso dei beni di produzione, ma il loro utilizzo condiviso .
Dalla sharing economy deriva il concetto di sharing design inteso come condivisione dei mezzi per giungere all’affermazione della creatività dei singoli individui, questo è reso possibile dal poter disporre di tecnologie a basso costo che, guidate dalla sapienza tipica degli artigiani e dall’uso di materiali innovativi, permette di ridefinire i criteri di progettazione dei beni di uso comune evitando la spersonalizzazione tipica della grande distribuzione.”
Ovviamente Milano Makers è anche altro e in qualche modo è stato elaborato nella pubblicazione Makers in Italia, il design nell’autoproduzione, volume, interamente autoprodotto, che vuole fare il il punto sul fenomeno dei Makers attraverso 2 anni di manifestazioni organizzate da Milano Makers.
I makers non sono necessariamente dei progettisti o designer, a volte solo degli appassionati del fare che non sempre prediligono i materiali naturali e le tecniche di lavorazioni ultracentenari. La pubblicazione riporta perché però i makers sono un’esperienza significativa: “Makers è una tendenza internazionale sempre più importante che sta rivoluzionando la produzione e il consumo andando verso una condivisione di saperi e di nuovi modelli economici e sociali. Il libro Makers in Italia propone la prima rassegna dedicata a quanto successo in Italia, frutto dell’esperienza di eventi e mostre organizzate nel corso di anni dall’Associazione Milano Makers”
Angelo Soldani