creativi e autoproduzione
DA CARLO SCARPA ALL’AUTOPRODUZIONE
“L’arte è ricerca continua, assimilazione delle esperienze passate, aggiunta di esperienze nuove, nella forma, nel contenuto, nella materia, nella tecnica, nei mezzi” (da Munari 80)
Benno Simma è un artista, nel senso più generoso del termine. Parla di sé con estrema umiltà e ironia, sicuro di un grande bagaglio esperienziale che solo i grandi personaggi possono aver accumulato nel tempo.
Laureatosi nel 1973 all’IUAV con Carlo Scarpa, apre un proprio studio di grafica e designer del prodotto a Bolzano, per poi collaborare con Carlo Piva, Charles Jourdan, Wittman, De Sede, Agnona e altri ancora; negli anni si susseguono inoltre gli incarichi in qualità di docente presso l’Università di Innsbruck, e come direttore dell’Istituto di Design di Roma.
Forte di un percorso formativo ricco di incontri con i sommi maestri del design del XX secolo, decide comunque di affrontare un iter alternativo, accantonando l’ipotesi di un comodo ufficio di progettazione all’interno di un’azienda affermata, pur avendone tutte le possibilità, e dedicandosi all’autoproduzione.
Non è una scelta tattica, è frutto di un’esigenza profonda, di un animo che ricerca il bello, sempre e comunque, credendo che per crearlo occorra vederlo nascere, seguirne i primi passi fino a quando non troverà un cliente capace di percepirne il giusto valore. Deve scattare quella scintilla fra il designer e il consumer, una conditio sine qua non, propria della carriera dell’architetto bolzanino: senza sentimento ed entusiasmo non si può creare, si produce (il sito web di Benno).
È necessario quello scarto emotivo per dare vita a un oggetto speciale che faccia fermare le persone nel marasma di una fiera ed esclamare: “Ecco cosa stavo cercando, finalmente l’ho trovato!”.
Da e per quell’attimo di empatia, si può lavorare una vita intera, sperando di rinnovare costantemente la capacità di generare pathos in chi guarda la tua opera, e Benno Simma ha questo dono inesauribile. Non c’è nessuno che oltrepassi le sue esposizioni: ci si ferma e poi ci si lascia trasportare.