DESIGN ARTIGIANALE

creativi e autoproduzione

gennaio 15th, 2015
LE CONTERIE DI ATTOMBRI

UN PROGETTO CHE FA IL GIRO DEL MONDO

Due fratelli ed un’idea semplice, ma geniale. Daniele e Stefano Attombri incominciano, a Venezia, la loro attività da autoproduttori, nel 1987 con la progettazione e produzione di borse anche confortati da un distretto, quello della riviera del Brenta, dove operano i migliori artigiani del settore. Solo qualche anno dopo, mentre a Venezia si scatenava la “guerra” delle maschere che tutti voleva produrre e vendere, si stava perdendo un pezzo di storia del vetro nella vicina Murano: la produzione delle “conterie“, piccole perle in vetro, terminava a causa di una produzione ritenuta inquinante.

Stefano e Daniele ebbero la geniale idea di focalizzare i loro sforzi proprio sull’utilizzo delle “conterie veneziane” per la realizzazione di gioielli. In quegli anni i fratelli andavano ogni giorno a comprare le conterie ovunque ne avessero notizie, con il fine di creare un ampio e duraturo magazzino che gli consentisse di lavorare per decenni.

Attombri-prodotto

Parlando con Stefano e Daniele, nel loto atelier a Rialto, mi raccontano che, quasi in maniera inconsapevole iniziarono questa avventura, progettando e realizzando ogni giorno tanti gioielli al fine di trovare le soluzioni più raffinate. Nell’arco di poco i loro gioielli vennero apprezzati da famosi brand come Dolce&Gabbana, Romeo Gigli e Pauly con i quali attivarono immediatamente vere e proprie collaborazioni. (visita il sito web di Attombri)
Stefano mi racconta che, quando il digitale non aveva fatto il suo ingresso nel mondo del lavoro, partiva per gli USA dove, con la sua valigia piena di gioielli cercava luoghi dove presentare le proprie collezioni. Da allora ad oggi i fratelli Attombri hanno avuto la capacità di implementare le loro collaborazioni fino ad avere esposizioni stabili in America e in Giappone.
Come designer autoproduttori oggi sono sempre più alla ricerca di luoghi non usali per la vendita dei loro prodotti; infatti, in Giappone espongono spesso anche in gallerie d’arte perché li riesco a trovare interlocutori selezionati ed interessati.

Giovanni Di Vito

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