creativi e autoproduzione
di Marcello Napoli –
ANTOLOGIA DI RICORDI. AFORISMI, FILASTROCCHE, GIOCATTOLI, GIOCHI, MESTIERI, SOPRANNOMI
Mentre il nonno stava davanti al braciere, pipitiava aspirando aromi dalla sua pipa di canna e terracotta, quanti di noi giocavano allo strummolo, la trottola fatta in casa, o a te foco e t’alliscio, una sorta di nascondino con una variante, oppure ancora a uno, due, tre stella, al salto della cavallina, alla costruzione di finte pistole, castelli di carta, girandole colorate, piccole barchette o aerei con cui si animavano le serate e prendevano corpo i sogni dei bambini?
Alberto Mirabella, docente e saggista, ha esplorato in lungo e in largo il mondo dei giocattoli, dei giochi, delle filastrocche, degli aforismi, dei soprannomi e degli antichi mestieri del nostro territorio; in particolare dell’agro-nocerino-sarnese.
Quattrocento pagine o giù di lì, 84 filastrocche e scioglilingua, 46 giocattoli, 174 modi di dire e altro ancora animano la sua “Antologia di ricordi”.
Era solo ieri: si andava in altalena o sulle piccole, veloci, pericolose carrette di legno con tre o quattro ruote fatte di cuscinetti a sfera per le strade. Era ieri e sembra preistoria che le strade erano animate dallo scrivano, lustrascarpe, calzolaio, falegname, fabbro, arrotino e persino dagli spazzacamini. Ora sembrano favole o film di Disney, ma ieri? “Mamma cos’era mazza e pivuzo? E il gioco della campana? Cos’è il susamiello? Chi è quequero, o’ sapunaro?”
Nei riccioli delle domande i granelli del tempo che fu e il profumo delle madaleine, ovvero dei nostri susamielli, biscotti a forma di esse, dei piennoli, ovvero dei mazzi di sorbe, di pomodorini; oggetti gustosi e colorati di un design antico e di una gastronomia naturale a chilometro zero. “Bisogna ricordare e osservare come il valore reale di un giocattolo non sta affatto nel suo costo, ma nella capacità di diventare prezioso, animato agli occhi del bambino”, racconta Mirabella. I giochi e giocattoli di qualche decennio fa, di cui c’è ancora traccia a saper cercare, erano tutti “auto allestiti”; la Televisione e i mass-media prima, Internet e i video giochi poi non hanno fatto altro che alimentare un capitalismo oggi alla “frutta”, alla parabola finale del suo essere in cielo in terra e in ogni luogo.
Va bene Internet, ma ricominciamo a guardare le stelle e ritorniamo alla fantasia del poco, all’abilità delle mani a quelle dita che nel forgiare la prima pietra o strofinare due legnetti; così ha avuto il via! l’evoluzione dell’uomo e della civiltà. “Moltiplicando gli occhi si vede meno. Tra poco avremo migliaia d’occhi e resteremo al buio.” Lo scriveva tal Montale nel 1970; lo scriveva Mc Luhan. Ci avvertivano dei pericoli della modernità ad ogni costo, delle montagne russe del consumo, dei prodotti impersonali. Ma erano poeti e saggisti da Repubblica di Platone non di questa delle banane o delle “meraviglie” al rovescio.
La leggerezza dell’essere che non è più: “I fanciulli battono le monete rosse contro il muro. Gridano a squarciagola in un fuoco di guerra. Una moneta battuta si posa vicino all’altra alla misura di un palmo. Il fanciullo preme sulla terra la sua mano vittoriosa.“ E’ l’epigrafe del libro, scritta dall’ingegnere poeta Leonardo Sinisgalli. Sì, il libro ha tanto di lingua e del nostro territorio e tradizioni e tanto ancora attinge con sapienza dai frutti della letteratura italiana.
Grazie ad Alberto Mirabella di questa enciclopedia, ricca di riferimenti poetici e letterari non solo della Campania, ma di quell’Italia ancora da unificare.
Alberto Mirabella (docente, saggista) “Antologia di ricordi. Aforismi, filastrocche, giocattoli, giochi, mestieri, soprannomi”, ed. Bruno Libri (382 pagg.)