creativi e autoproduzione
INTERNO ITALIANO: COOPERAZIONE SINERGICA TRA PROGETTISTA E ARTIGIANO
Qualsiasi progetto non lo giudico mai come firmato da un artista, sono sempre convinto che la produzione sia legata a un lavoro di gruppo.
Castiglioni
Un modus operandi che pone la collaborazione come elemento imprescindibile di una buona pratica progettuale: è questo l’approccio di Giulio Iacchetti, noto designer autoproduttore milanese, vincitore per due volte del Compasso d’Oro e ideatore di Interno Italiano: un criterio produttivo edificato sul principio di cooperazione sinergica tra la figura del progettista e dell’artigiano.
Un dittico virtuoso che valida la sua definizione di autoproduzione come “uno stato dell’essere“, un esercizio delle proprie facoltà immaginative al servizio dell’eccellenza manuale, un’empatia che si pone come una conditio sine qua non per un iter elaborativo valevole.
Orientandosi in una dimensione inventiva, del non definito, in cui le possibilità originano sistemi d’estensione creativa, il legame di competenze pragmatico-concettuale sviluppa il suo massimo potenziale, favorendo la condivisione di saperi multidisciplinari e una conseguente contaminazione di generi che avvalora l’opera finale, arricchendola di esperienze complementari ed eterogenee.
Partire da sé, esercitare costantemente il proprio estro costituisce un’azione necessaria al ciclo dell’autoproduzione intesa come moto rivoluzionario, di cambiamento per il mondo attraverso la realizzazione di oggetti, generati a loro volta da un atto d’innovazione intima, personale.
Se l’avvio di un percorso professionale deriva da un’esigenza individuale, la scelta di coordinare forze diverse, far concorrere idee e abilità, integrandole in una metodologia di carattere partecipativo, rileva, nel caso di Iacchetti, un’esplicita volontà di coesione fra mestieri, esperienze, e conoscenze, restituendo al fruitore ultimo l’inestimabile privilegio di godere del bene materico, eletto a latore imparziale del pensiero di due anime.