creativi e autoproduzione
STILE METODOLOGICO
Il mondo del design italiano è oggi in fase di grandi trasformazioni strutturali. Per quanto riguarda i progettisti, è avvenuto un graduale passaggio da quelli italiani a quelli internazionali. Anche se non emergono per ora designer giovani o situazioni con caratteristiche spiccate, I’humus generale sul quale insiste la cultura del design è in profondo cambiamento.
La partita del design italiano è solo apparentemente tranquilla, di fatto invece è oggi difficile ed aperta a molte complesse problematiche. Ma il suo carattere non può se non restare artistico, umanistico e mediterraneo. Enigma, purezza, racconto, lentezza, sogno, simpatia, poesia, sono possibili stimoli positivi contro la durezza del consumismo e del globalismo e contro il determinismo della tecnocrazia: è qui che sembra possa essere elaborato il futuro del design italiano, oltre all’ipotesi di una possibile riemersione di atteggiamenti radicali, che non va sottovalutata.
II periodo è introverso e piuttosto statico nel progetto, mentre avvengono Le velocissime e macroscopiche trasformazioni economiche. Quello che si attende, ma non si intravede ancora, è la nascita di un nuovo e sconvolgente gruppo, una scuola (Tam Tam?), una corrente, una nuova bottega, l’autoproduzione, i designer autoproduttori, un movimento ispirato che faccia uscire i progettisti dal loro troppo pragmatico, agnostico e arido isolamento.
Forse I’elemento coagulante di un nuovo “stile metodologico” potrebbe emergere dalla coscienza della fragilità dell’uomo e del pianeta.
Alessandro Guerriero