creativi e autoproduzione
IN PRIMA LINEA PER RACCONTARE STORIE DI LAVORO
Questa del lavoro è una priorità per Vincenzo Moretti, che sta portando avanti da tempo sia come sociologo che come scrittore. Il suo ultimo romanzo “Testa, mani e cuore” ne è la prova. Una priorità che in diverse occasioni ha incontrato anche l’attenzione degli artigiani e degli autoproduttori che di lavoro ben fatto vivono o dovrebbero vivere. (Visita il sito web di Vincenzo).
Un modo di pensare al lavoro antico come il mondo, ma allo stesso tempo rivoluzionario per la decadenza che oggi affligge una grande parte del sistema produttivo ed economico della nostra splendida Italia. Vincenzo Moretti dice sempre una frase assai eloquente: quello che va quasi bene non va bene; sono tanti ad avere questa sensibilità per il lavoro, ora, però, è tempo di uscire allo scoperto per far conoscere la propria esperienza. Così si può cambiare veramente la mentalità e il modo con il quale ci si approccia al lavoro. Perché ci piace l’Italia che dà più valore al lavoro e meno valore ai soldi, più valore a ciò che si sa e a ciò che si fa e meno valore a ciò che ha. Perché raccontando storie è possibile attivare processi di innovazione e incrementare il valore sociale delle organizzazioni e delle comunità nelle quali lavoriamo, studiamo, giochiamo, amiamo, in una parola, viviamo. Perché ci piace l’Italia del barista e della scienziata, dell’artigiano e dell’impiegata, del musicista e dell’operaia, del ferroviere e della manager, dell’apicultore e del meccanico che con il loro lavoro, con l’intelligenza, l’amore, l’impegno che mettono nelle cose che fanno, possono determinare le condizioni per determinare il cambiamento culturale di cui il Paese ha bisogno.